2012年10月26日 星期五

涉逃稅 義前總理貝魯斯孔尼判刑4年(Processo Mediaset, 4 anni a Berlusconi )

我們義大利前總理Silvio Berlusconi多宗涉賄與竊聽官司終於在下台後有一件近乎被米蘭法院定讞,其中五年內不得任公職,我想應該是最重的懲罰。獻上中文版與Corriere della sera義文版新聞讓有意願學義大利文與熱愛義大利的同好。


義前總理貝魯斯柯尼 涉逃稅判刑4


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【聯合晚報編譯陳澄和/綜合報導】
2012.10.27 02:39 pm

義大利前總理貝魯斯柯尼26日因為稅務詐欺罪名,被米蘭的法庭判刑四年,但義大利漫長的司法訴訟程序,幾乎可以確保貝魯斯柯尼不必走進牢房
檢方指出,貝魯斯柯尼和另外數名被告被控利用多家境外公司的名義,購買約3000支美國電影在貝魯斯柯尼私有電視網絡上的播映權,並變造付款金額以利逃稅。然後,被告浮報這些電影播映權的費用,轉授權給貝魯斯柯尼旗下電視網播放,再中飽其間的價差,獲利估計在2.5億歐元左右
這是貝魯斯柯尼第四次被初級法院定罪,也是去年11月從總理職位下台後的首次。法院禁止他不得服公職五年,而且還採取不尋常的步驟,立即宣讀裁決的論據。在正常情況下,宣讀裁決的論據通常在判刑後6090天後實施,提前宣讀可以加速上訴的時程。
貝魯斯柯尼目前還有和未成年妓女性交的官司纏身,但他否認這項指控。不過,根據義大利2006年為解決監獄過度擁擠問題而通過的特赦法律,他的四年刑期也立刻降為一年。
然而,在他領導的中間偏右政黨逐漸解體之際,這項宣判對貝魯斯柯尼個人仍然是一項打擊。現年76歲的貝魯斯柯尼24日才剛宣布,他不會領導自己的政黨投入義大利的下一次選舉,但表示會繼續留在政界。
貝魯斯柯尼26日在法院宣判之後,在他擁有的電視台新聞節目叩應說:「這無疑是政治宣判,和眾多針對我而杜撰的審判如出一轍。」
具國會議員身分 不會坐牢
米蘭法院的裁決還需要經過兩輪的上訴後才能定讞,而在定讞之前,貝魯斯柯尼幾乎不可能被送進牢房。就算是判刑確定,只要貝魯斯柯尼仍擁有國會議員身分並享有豁免權,他也可繼續保有自由。貝魯斯柯尼的律師說,他們會在1110日之前提出上訴,自動中止判決的執行。
2012/10/27 聯合晚報

Processo Mediaset, 4 anni a Berlusconi 
Replica in tv : «Giudici da paese incivile»
Primo grado, il pm aveva chiesto 3 anni e 8 mesi
Al centro della vicenda diritti televisivi per 470 milioni
MILANO - Berlusconi condannato reagisce duramente: «Questa non è una democrazia». La prima sezione penale del tribunale di Milano gli ha inflitto una pena a 4 anni per frode fiscale. Che con l'indulto calano a uno. Disposta inoltre l'interdizione dai pubblici uffici per cinque anni. E danni all'Agenzia delle Entrate per 10 milioni di euro. Si chiude così il processo sulle irregolarità nella compravendita dei diritti tv Mediaset. Con una sentenza che segue solo di un giorno la rinuncia alla candidatura da parte del Cavaliere.
Berlusconi: «Sentenza politica»
Studio Aperto
LA REPLICA DELL'EX PREMIER - Berlusconi parla di sentenza «incredibile» motivata da «un uso della giustizia a fini di lotta politica». L'ex premier ribadisce inoltre che «non c'è nessuna connessione, assolutamente» della sentenza di oggi con la sua decisione dei giorni scorsi di non candidarsi più alla guida del governo. «Ero certo di essere assolto da una accusa fuori dalla realtà». Intervistato in diretta su Studio Aperto, della rete Mediaset Italia Uno, il Cavaliere attacca la magistratura: «Con certi giudici questo diventa un paese incivile e barbaro. Non è democrazia». Infine il riferimento a «un uso della giustizia a fini di lotta politica».
LE MOTIVAZIONI - Nel leggere il dispositivo, il presidente Edoardo D'Avossa dà anche lettura delle motivazioni redatte contestualmente: «I diritti erano oggetto di passaggi di mano e di maggiorazioni ingiustificate. Passaggi privi di qualsiasi funzione commerciale. Servivano solo a far lievitare il prezzo». Per i magistrati il sistema dei costi gonfiati ha consentito così «un'evasione notevolissima». E la creazione di fondi neri che venivano utilizzati dello stesso Berlusconi. Per l'ex premier si tratta della quarta condanna in primo grado su un totale di 33 processi. Non ha mai ricevuto condanne definitive, ma in sei casi la sua posizione è stata prescritta.
La lettura del verdetto
I FONDI NERI - Berlusconi viene indicato come il responsabile di un sistema illegale: «Vi è la pacifica e diretta responsabilità», spiegano i magistrati, nello «sviluppo del sistema» che ha permesso di «mantenere disponibilità estere» in diverse società, in «un contesto più generale di ricorso a società offshore». Un sistema guidato anche dopo l'ingresso in politica: «Perché non c'era un altro soggetto» a gestire la frode. Inoltre D'Avossa sottolinea «una naturale capacità a delinquere mostrata nel perseguire il disegno criminoso».
La difesa di Berlusconi su Italia Uno
«RUBAVA ALLA SUA SOCIETA'»- I fondi facevano un lungo giro, poi, secondo i giudici, finivano nelle disponibilità di Berlusconi. Che riceveva grosse cifre senza informarne i vertici societari di Mediaset. Le motivazioni citano anche la testimonianza dell'ex presidente di Mondadori, Franco Tatò, secondo cui il manager che si occupava dei diritti televisivi, Carlo Bernasconi, «riferiva a Berlusconi senza passare per il consiglio di amministrazione. Non è credibile che qualche dirigente di Mediaset abbia organizzato un sistema come quello accertato e che la società abbia subito per vent'anni truffe da milioni di euro senza accorgersene».
IL PROCESSO - È stato un processo lungo quasi sei anni. Le indagini sono cominciate nel 2002, per fatti risalenti agli anni '90. Oltre a Berlusconi, è stato condannato il produttore statunitense Frank Agrama (3 anni, pena condonata per indulto). Prosciolto Fedele Confalonieri, presidente Mediaset. Condannati anche Daniele Lorenzano e Gabriella Galetto, ex manager, a loro volta beneficeranno dell'indulto. Assolti invece Marco Colombo e Giorgio Dal Negro. Per quanto riguarda le prescrizioni, riguardano gli imputati per riciclaggio, che è stato derubricato, e sono Paolo Del Bue, Erminio Giraudi, Carlo Scribani Rossi e Manuela De Socio. Si chiude così il primo grado di giudizio. Nel corso del processo gemello quello sul caso Mediatrade, l'ex premier e Confalonieri sono usciti con un proscioglimento in udienza preliminare. Il pm Fabio De Pasquale aveva chiesto 3 anni e 8 mesi di reclusione. I giudici hanno invece optato per un diverso calcolo delle aggravanti. Il processo, iniziato nel 2006, aveva per oggetto la compravendita dei diritti televisivi e cinematografici con società Usa per 470 milioni di euro. Acquisti perfezionati da Fininvest, società  di proprietà  della famiglia dell'ex-premier. Per la procura, le major americane avrebbero venduto i diritti a due società off-shore, le quali a loro volta li avrebbero poi rivenduti con una forte maggiorazione al Biscione. In questo modo aggiravano il fisco italiano e creavano fondi neri a disposizione di Berlusconi. Tutti gli imputati hanno sempre negato ogni addebito.
LE TAPPE - Il processo di primo grado sui diritti Mediaset è durato ben sei anni. L'udienza preliminare è terminata, dopo continui rinvii, nel 2006. Poi richieste di ricusazione avanzate dai legali e l'istanza di astensione presentata dal giudice hanno ulteriormente rallentato il dibattimento. E ancora slittamenti dovuti al Lodo Alfano e al conseguente ricorso alla Consulta, richiesta di trasferimento del procedimento a Brescia, legittimi impedimenti di Silvio Berlusconi, cambi di capi d'imputazione. Un percorso a ostacoli.
LA DIFESA DEI LEGALI - Gli avvocati dell'ex premier Piero Longo e l'avvocato Niccolò Ghedini parlano di «una sentenza assolutamente incredibile che va contro le risultanze processuali». Per i legali, «non si è tenuto conto delle decisioni della Corte di Cassazione e del Giudice di Roma, che per gli stessi fatti hanno ampiamente assolto il Presidente Berlusconi. Straordinaria è poi la circostanza che non si sia attesa la decisione della Corte Costituzionale in ordine al conflitto sollevato, il che potrà comportare l'annullamento del processo»
Antonio Castaldo 
@gorazio26 ottobre 2012